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B&B "I Tre Sensi"
Crotone centro storico
Il Centro Storico di Crotone è facilmente individuabile perché posto su di un'altura, a ridosso del mare, racchiusa fino alla fine dell'800 dalla cinta murale cinquecentesca con una storia antichissima. Secondo gli archeologi è qui, infatti, che sorgeva l'acropoli dell'antica Kroton. Si dice che ospitasse, tra gli altri edifici, il Tempio delle Muse, sede della scuola pitagorica, nota in tutto il Mediterraneo. Si tratta di un tessuto urbano molto stratificato, a cui per le continue distruzioni, ricostruzioni, rimaneggiamenti, aumenti di volume, sovrappostisi nel corso di circa tre secoli, non si può attribuire nessun appellativo del tipo Bizantino, Medioevale, Rinascimentale, Barocco.
La città fu sottoposta nei secoli a varie dominazioni straniere il cui influsso si riflette nello stile eterogeneo del suo centro antico. Le tipologie sono per lo più composite, con molte case a schiera, vie strette e tortuose, in cui emergono gli edifici di culto ed i palazzi nobiliari concentrati nelle piazzette. Potere politico e potere religioso si sommano in questi spaccati di vita sociale, dove si affacciano botteghe di commercianti e artigiani, ma su cui principalmente incombe la mole della chiesa, del convento, del palazzo nobiliare. Così mentre piazza Castello conserva nei secoli la sua peculiarità di piazza d'armi, piazza del Duomo, centro politico della città è sede della Casa Regia, del palazzo Vescovile, oltre che naturalmente della chiesa Cattedrale. Su largo Suriano (ora piazza Umberto I), destinato alle adunanze popolari, sovrastavano il convento di San Francesco d'Assisi, ora Seminario, con la chiesa annessa e le dimore dei Suriano, ora Albani, e dei marchesi Berlingeri.
Museo Archeologico Nazionale di Crotone
Ospitato sin dal 1969 in una palazzina di Via Risorgimento, nel centro storico della città di Crotone, il Museo Archeologico Nazionale è tra i più ricchi e fortunati della Calabria per l'abbondanza dei materiali esposti e per l'intrinseco valore storico ed artistico degli stessi. Ubicato a pochi passi dal Castello di Carlo V, il Museo Nazionale è organizzato in due piani complessivi, con giardino espositivo all'ingresso. Tra i reperti più importanti trovano posto i rinvenimenti dell'area di scavo dell'antica Kroton, e del Santuario Heraion Lakinion, sul promontorio di Capo Colonna.
Nel primo piano del Museo Archeologico Nazionale sono esposti con criterio topografico i ritrovamenti effettuati nell'area urbana di Crotone con grafici e piante che riproducono perfettamente il posto preciso dei rinvenimenti e degli attuali scavi cittadini. Un'intera sala è dedicata ai reperti provenienti dal celebre Santuario di Hera Lacinia, ed ai diversi oggetti votivi rinvenuti che costituiscono il famoso Tesoro della dea. Il Tesoro di Hera è costituito da preziosi oggetti votivi in oro, bronzo e marmo, rinvenuti nei pressi del santuario durante gli scavi nel Parco Archeologico di Capo Colonna. Tra questi oggetti spiccano, per interesse storico e artistico, lo splendido Diadema Aureo dedicato alla dea Hera Lacinia, protettrice dei crotoniati e non solo, e la misteriosa e ancor più interessante Barchetta Nuragica in bronzo del VII secolo a.C. la cui provenienza resta incerta, e le sue vicessitudini avvolte nel mistero.
Capo Colonna & Parco archeologico
Capo Colonna (Lacinium in Latino) è il promontorio che determina il limite occidentale del golfo di Taranto, dove sorgeva il tempio dedicato ad Hera Lacinia. Fino al XVI secolo era chiamato "capo delle Colonne" perché erano rimaste al loro posto molte colonne del tempio di Hera Lacinia.
Anticamente il suo nome era Lacinion (Λακίνιον in greco). La sua importanza risiede nella quantità di elementi storici che sono legati a questa punta di terra protesa sullo Ionio. Sfortunatamente venne utilizzato come cava di pietre lavorate per il castello, il porto e i palazzi nobiliari locali fino a che solo una solitaria colonna rimase in vista dei naviganti, eretta fra i ruderi.
Con la fondazione di Crotone da parte di coloni greci nell'VIII secolo a.C. l'area dell'antico Capo Lacinio, già considerata sacra dalle popolazioni autoctone, viene ulteriormente nobilitata dalla costruzione del famoso tempio dedicato a Hera Lacinia, divinità greca, protettrice delle donne e della fertilità e che viene nella mitologia classica abbinata alla romana Giunone. Queste due principali qualità: la facile riconoscibilità dal mare e la presenza del tempio fecero convergere sul capo Lacinio le pagine della storia.
Castello Carlo V
Il Castello rappresenta una tipologia unica in fatto di fortezze medievali e rinascimentali, in quanto evidenzia l’evoluzione storica dell’architettura militare dalla difesa piombante (torri), alla difesa piombante (bastioni). Costituisce unico esempio di castello arroccato non già in cima ad una altura, ma intorno ad un colle che esso ingloba e racchiude a modello dell’acropoli greca, a cui consegue nel medesimo sito.
Noto come Castello di Carlo V, dallo stemma imperiale che ivi era collocato, nasce come una rudimentale fortezza sull’antica Acropoli greca, per difendere il territorio dalle invasioni straniere. Nel corso degli anni, successive dominazioni apportarono modifiche per migliorarne la difesa, ma la costruzione attuale avvenne sotto gli spagnoli con il viceré Don Pedro di Toledo, ad opera dell’architetto italiano Gian Giacomo dell’Acaya, che ne fece una delle più possenti fortezze militari d’Italia. Costruito nell’840 per difendere la città dalle incursioni dei Saraceni, fu modificato nel 1541 da Carlo V.